1 luglio 2011: Garbi e Pagliari (PD): "Se tutto fosse in ordine nei conti della loro amministrazione non ci sarebbe alcun motivo per temere l'opera di un commissario"
Il commissariamento di un Comune non costituisce mai un evento positivo, ma a differenza di quel che provano a far credere alcuni assessori della giunta di centrodestra non è nemmeno un dramma.
Non è un evento positivo perché segna il fallimento della politica e della buona amministrazione. In questo caso, quando accadrà anche a Parma, sancirà unicamente il fallimento del sindaco, della sua giunta e soprattutto del modo con cui hanno scelto di (non) governare Parma. È una loro responsabilità, il frutto negativo delle loro scelte.
Come abbiamo ripetuto più volte le dimissioni costituiscono oggi l'unica strada possibile per un sindaco che non ha saputo o non ha voluto - ascoltando quel che scrivono suoi ex assessori o il suo ormai ex direttore generale - controllare l'operato delle persone che lui stesso aveva scelto e che - secondo le accuse che li hanno condotti in carcere - hanno per anni rubato dalle tasche dei cittadini.
Tutto ciò costituisce comunque solo l'epilogo di un sistema di (non) governo che ha fatto perdere alla nostra città troppe occasioni, troppo tempo e troppe risorse, per colpa di una giunta che non ha mai accettato il confronto nè con l'opposizione né con i cittadini, come testimoniano tante vicende di questi mesi che sempre il nostro gruppo consigliare ha denunciato senza ottenere risposta.
Per senso di responsabilità e per rispetto verso la città Vignali deve dimettersi e accettare che il commissariamento dell'amministrazione porti a quell'operazione verità che lui e la sua giunta si sono sempre rifiutati di fare sui conti del Comune e sul reale stato di indebitamento.
È ormai a tutti evidente come proprio la paura di ciò che emergerà da questa operazione verità è il vero motivo per cui gli assessori rimasti fedeli a Vignali dipingono come una tragedia il commissariamento del Comune, facendo un terrorismo psicologico dal respiro cortissimo.
Se davvero, come hanno sempre sostenuto, tutto fosse in ordine nei conti della loro amministrazione non ci sarebbe alcun motivo per temere l'opera di un commissario, cui non spetterà certo assumere scelte politiche sul futuro della città, ma che potrebbe senza problemi condurre a compimento le operazioni avviate, ovviamente se queste fossero corrette e pulite come Vignali e i suoi uomini hanno sempre sostenuto.
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