17 febbraio 2012: Pagliari (PD). Riflessioni nel "dopo Primarie"

C'è un filo che lega tre primarie molto diverse tra loro per contesto, partecipazione ed esiti come quelle di Parma, Piacenza e Genova? Sì: è la domanda forte di Politica (accompagnata dal disinteresse per tutto ciò che, magari anche solo apparentemente, sappia di partitocrazia). Sui contenuti di questa domanda (anche a Parma ogni giorno più radicata nella Gente), i contatti con le Persone (senza distinzioni legate ai riferimenti di tipo partitico) offrono indicazioni preziose e puntuali: legalità, competenza, serietà, onestà, etica, autonomia e indipendenza nell'esercizio della funzione pubblica politica e amministrativa nell'ottica di un reale perseguimento dell'interesse pubblico. Il tutto nel segno di un radicale cambiamento del modello di governo della Città, preteso a causa del rifiuto radicale dei metodi e delle logiche proprie dell'Amministrazione dimissionata. In questa prospettiva, pregiudiziale è la proposta di un'effettiva e vera alternativa rispetto al precedente modello di governo: vorrei dire, una vera "rivoluzione" (naturalmente, nel senso gandhiano del termine!). Questo è il significato profondo (e primo) del "cambiar libro", che, lungi dall'essere uno slogan, comporta una forte assunzione di responsabilità politica, ma chiama anche tutta la Città a condividere la relativa sfida. Su queste premesse, infatti, il Comune deve cessare di essere "un'isola" o la "stanza dei bottoni" e deve tornare ad essere il "cuore" socio-politico della Città. Il che può realizzarsi solo se il Comune torna ad essere per tutti i Cittadini un credibile e riconosciuto punto di riferimento. Questa è la cornice del messaggio (strettamente) programmatico, con il quale si deve dimostrare la capacità di coniugare rinnovamento, risanamento e rilancio del sistema socio-economico (garantendo le fasce a rischio) sulla base dell'idea fondante che non c'è sviluppo se non c'è crescita armonica ed equilibrata e se non ci sono coinvolgimento e adesione della Città in tutte le sue componenti. Il che significa anche ristabilire le condizioni di una vera democrazia economica (mercato e concorrenza), di cui si sono perse le tracce, e di una vera sussidiarietà: la Città deve essere sollecitata a proporsi e a farsi protagonista nei servizi alle Persone e alle Famiglie, nella cultura, nel mondo giovanile, nel volontariato e dove meglio grazie ad un Comune garante e, in nessuna forma, né dirigista né interventista. Giorgio Pagliari
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