11 novembre 2012: Aeroporto. Le prospettive ci sono, il comune trovi nuovi soci privati

La classe dirigente che attualmente governa Parma - se non è afflitta da gravi carenze progettuali - dimostri di saper cercare nuovi soggetti privati interessati all'aeroporto. Le prospettive a lungo termine, infatti, sono sicuramente buone, anche se spostate avanti per gli effetti della crisi, e l'idea che la struttura sia inutile e priva di prospettive nasce da quell'approccio provinciale e dilettantesco che ha purtroppo caratterizzato le gestioni pre-Sebastiani. Può essere così sintetizzato il punto di vista di Giuseppe Iotti - referente del dipartimento Economia, Green economy, Attività produttive e commerciali del PD provinciale - sul futuro dell'aeroporto di Parma. "Il processo di privatizzazione della gestione dell'Aeroporto di Parma, intervenuto da tempo a Parma per scelta consapevole degli enti pubblici coinvolti - spiega Iotti - è stata anzitutto una scelta politica e culturale che è e deve essere tuttora condivisa, anche come parte di una politica generale di riduzione dell'abnorme peso del settore pubblico nel nostro Paese, retaggio di tempi superati che sperabilmente non torneranno". Su questo scenario si è innestata però una crisi durissima, che "sta trovando una soluzione e in diverse aree del mondo" dove "anche il trasporto aereo e quello delle relative infrastrutture è in grande sviluppo". La situazione in Europa e in particolare in Italia è invece purtroppo ancora cattiva e vi sono previsioni di sblocco non prima di un anno, ma le ragionevoli prospettive a lungo termine sono sicuramente buone. "Nel complesso le previsioni di traffico a suo tempo fatte da professionisti competenti e che dimostravano la sostenibilità della gestione aeroportuale di Parma - commenta Iotti - restano valide, sia pure slittate in avanti nel tempo di un quinquennio. Le possibili mete nazionali ed internazionali da Parma ci sono ancora tutte, basti pensare a Parigi, Bruxelles e Bucarest"."L'attenta gestione di SOGEAP dalla stagione del presidente Sebastiani in poi ha creato le condizioni per cui il "tunnel" di questo quinquennio può essere superato - spiega Iotti - Non è condivisibile pertanto l'idea che la struttura sarebbe intrinsecamente inutile e le sue prospettive economiche irreversibili rispetto alla situazione di perdita strutturale di oggi e del passato. Queste considerazioni nascono da un approccio provinciale e dilettantesco purtroppo diffuso nella società parmense, approccio di cui la situazione di SOGEAP pre-Sebastiani è stato del resto un frutto diretto. Basti pensare ai debiti fuori bilancio a suo tempo creati da qualcuno degli amministratori del passato (che del resto appartenevano in parte allo stesso entourage che abbiamo visto all'opera in SPIP ecc.)". "Gli enti pubblici, per vincoli di bilancio e legislativi - secondo Iotti - non potranno fare molto. Ciò non toglie che vada però sottolineata una questione di fondo, come prospettiva di uscita dalla crisi. Diamo per assodato che il socio privato di maggioranza attuale, Meinl, non abbia alcuna intenzione di destinare a SOGEAP nuove risorse. Questo è comprensibile per la ragione che Meinl ha fatto il suo investimento nel momento peggiore possibile, cioè poco prima della crisi drammatica del trasporto aereo del 2008/2009. Per di più ha attraversato una grave crisi interna con l'arresto di suoi esponenti ai massimi vertici. Ciò non significa però che d'ora in poi la gestione dell'Aeroporto di Parma non debba interessare più a nessun soggetto privato. Se poi la classe dirigente di Parma non avesse interesse o capacità di cercare e trovare sul mercato altri soggetti (capacità che invece si ebbe con la gestione Sebastiani) da indicare nuovi soggetti privati che subentrino a Meinl, aloora vorrebbe dire che ci troveremmo di fronte ad una grave carenza progettuale". "Questo è lo sforzo - conclude Iotti - che si auspica per potere mantenere una struttura che a Parma resta molto importante, si badi, non solo per mandare qualche turista nelle Isole (che comunque non è un male), o qualche ragazzino a Londra, ma per sostenere l'indispensabile internazionalizzazione della città, e non ultimo, per non intaccare quella che è anche una fonte di lavoro diretta e indiretta per decine di persone e di famiglie".
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