Vescovi (PD): "Non č vero che non ci sono alternative per Via Casaburi. Semplicemente ci sono altre scelte da fare"

4 ottobre 2013

Pubblicato in: Gruppo PD Comune PR
Sappiamo bene che non è vero che (in politica) "non ci sono alternative", semmai è vero che si è incapaci di trovare soluzioni "altre".La politica è "ascolto" e - insieme - scelta di priorità, sempre. Allora la qualità dell'assistenza ai Disabili diventa elemento decisivo nel disegno complessivo di assistenza che la comunità è capace di mettere in campo. L'azione amministrativa si qualifica per le scelte strategiche operative delle priorità e - per noi - l'assistenza ai Disabili è una priorità. E testimonia al contempo la capacità di una comunità di accogliere le diversità. Non solo, la scelta assistenziale a favore dei Disabili diventa volano operativo e culturale per ricadute - a cascata - negli altri ambiti assistenziali. Quindi, dall'allocazione delle risorse si capisce l'indirizzo e si palesano le direttrici dell'azione amministrativa. Le scelte amministrative devono essere dettate da traiettorie di principio senza le quali il timoniere non ri-conosce la meta perché non conosce le coordinate della rotta.
Per questo è un'idea inaccettabile il trasferimento dei disabili dal Centro Lubiana e dalla residenza Varese. Inevitabilmente, infatti, il dimensionamento dei luoghi, i numeri delle presenze di una comunità entrano a far parte - a pieno titolo - delle variabili di "qualità" del servizio offerto. Via Casaburi potrebbe correre il rischio di diventare la riproposizione di luogo dell'esclusione e della marginalità che deve essere allontanata dal corpo sociale. Fare del Patrizia Ferri "il" centro, la struttura di accoglienza non più dei "disabili" ma della "disabilità" in quanto categoria, condizione umana, elemento stigmatizzante una parte, numericamente importante di persone, costituirebbe un passo indietro nella storia dei servizi alle persone in difficoltà nella nostra città, un passo indietro nella stessa evoluzione dei servizi. Un tradimento della mission nei servizi alla persona.
Nessuna valutazione di effettivi o virtuali, verificati e verificabili o, invece, solamente auspicati risparmi, vale questo tradimento. Se risparmi e razionalizzazioni nelle uscite dalle casse comunali sono doverosi, è altrove che vanno perseguiti, non a spese e a danno dei più deboli. Occorre progettare un efficace ed efficiente utilizzo della struttura di via Casaburi, destinando parte degli spazi ai Disabili, cd è sugli spazi che rimangono a disposizione (dopo aver stabilito un "giusto" numero di ospiti, oltre le situazioni di "emergenza" che devono trovar risposta adeguata e pronta con una corretta programmazione dei bisogni) che deve esercitarsi l'entusiasmo, la voglia di innovare, la "fantasia" degli amministratori e delle realtà associative, di chiunque voglia contribuire ad un progetto che sia veramente tale: sostenibile, migliorativo, arricchente sul piano della coesione e della cultura solidaristica cittadina.
In via Casaburi si potrebbe realizzare un Centro polifunzionale, dove siano possibili l'incontro e la contaminazione fra generazioni - anziani e bambini, adolescenti e giovani - e fra le diversità: disabili, volontari del settore sociale, cittadini immigrati, giovani anziani che vogliano spendersi a favore degli altri, ad esempio. L'idea è di farne un luogo di incontro, aperto e fecondo, non un luogo chiuso e sterile dal punto di visto della possibilità, per il territorio e i cittadini, di entrare a farne parte. La cifra del progetto per via Casaburi deve poter essere l'entusiasmo che viene dall'esserci, il colore che porta la valorizzazione e l'apertura alle differenze e alle diversità come valore: la cifra della condivisione solidale di uno spazio comune e collettivo.
Maurizio Vescovi-Medico-Psicoterapeuta
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