21 luglio 2014: Dall'Olio e Lavagetto intervengono sul Teatro Regio e sulle dichiarazioni di Pizzarotti

Pizzarotti deve essere proprio andato a scuola di comunicazione da Berlusconi. Dopo avere appreso molto rapidamente l’arte della smentita si sta ora applicando nel ribaltamento della realtà. Sul Regio si atteggia a salvatore della patria e dichiara che “fino a quando ci sarò io non sarà in mano a nessun partito”. La realtà è l’esatto opposto. Il Regio per la prima volta nella sua storia sta cadendo nella mani di un solo partito. Quello di Pizzarotti. Veniamo ai fatti. Il risanamento del Regio deve molto all’operato di Fontana, che ha saputo ridurre i costi e incrementare i finanziamenti, e alle entrate straordinarie del bicentenario Verdiano, un evento che non si ripeterà nel prossimo futuro. Il Comune di suo ci ha messo una ricapitalizzazione di 2,5 milioni di euro, risorse derivanti dall’extra gettito delle multe pagate dai cittadini di Parma. Risanato il Regio e dopo avergli rinnovato la fiducia in Consiglio comunale, Fontana è stato di fatto costretto a lasciare in quanto di ostacolo ai disegni e alle ambizioni del duo Pizzarotti-Ferraris. I partiti c’entravano proprio poco con la gestione del Regio tanto che nella Fondazione, prima dell’avvento del salvatore Pizzarotti, erano presenti molti altri enti ed istituzioni della città che garantivano una pluralità di rappresentanze e una effettiva autonomia dal Comune. Ora ci troviamo invece con il Comune socio unico della Fondazione e con l’assessore alla cultura, anche questo un caso unico, a dettare legge dentro il Consiglio di amministrazione. Se questo non è controllo politico e partitico non si sa cosa altro potrebbe essere. E il Regio è solo l’esempio più lampante di una chiara volontà del binomio Pizzarotti-Ferraris di controllare e ridurre l’autonomia delle istituzioni culturali della città, entrando negli organi di gestione e di indirizzo, come sta avvenendo per le altre fondazioni teatrali. Siamo al Minculpop in salsa 5 stelle. Questa interferenza politica senza precedenti è resa ancora più grave dal fatto che né Pizzarotti, né la Ferraris, hanno la cultura, le competenze, la capacità per immaginare un progetto di ampio respiro che sappia rilanciare e dare prospettive di futuro al Teatro Regio. Questo è quello che sta accadendo con buona pace della democrazia, della trasparenza e della partecipazione diretta dei cittadini. E a questo noi ci opporremo con la massima determinazione. Nicola Dall'OlioCapogruppo PD Consiglio ComunaleLorenzo Lavagetto Segretario PD Parma
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