A 20 anni dalla conferenza ONU di Pechino, vorremmo che la giornata internazionale della Donna fosse un momento di riflessione non formale, in particolare per le donne della nostra Regione e del nostro territorio. Tra le tante emergenze, come donne democratiche di Parma, segnaliamo con forza la necessità di effettivo sostegno all'occupazione femminile, in tutte le sue sfaccettature e rivolto alle donne giovani ed alle meno giovani, e la lotta contro la violenza di genere. Questi importanti temi (tra molti altri) rientrano nella legge quadro regionale sulle pari opportunità (L.R. 6/2014), recentemente approvata dalla nostra Regione e realizzata anche con il contributo fattivo delle donne del territorio parmigiano, che raccolsero oltre mille firme a sostegno della proposta di legge sulla violenza, inserita nella legge-quadro. Come donne democratiche, chiediamo che l’attenzione alle giovani generazioni, in particolare alle donne, così come l’emergenza delle nuove povertà e dell’accessibilità alle risorse che riguardano soprattutto (anche se on solo) le donne, diventino punti prioritari per l’azione politica e di governo ad ogni livello.
I recenti dati sull’occupazione in Emilia Romagna, sebbene in lieve aumento, dimostrano che le giovani donne sono le più colpite dalla mancanza di opportunità professionali (26,3%), e che le donne occupate (giovani e meno giovani) vengono più facilmente espulse dai luoghi di lavoro. La situazione è difficile non solo nel nostro Paese: nei giorni scorsi la direttrice del Fondo monetario Christine Lagarde ha affermato che in più di quaranta nazioni, tra cui molte avanzate, si erode ricchezza per effetto delle discriminazioni contro le donne. La disoccupazione, unita alle sperequazioni retributive e di carriera per le donne, fa perdere all’Italia il 15% del Pil potenziale.
L’altra emergenza purtroppo costante è la violenza sulle donne: le donne uccise da chi sosteneva di amarle, nel 2013, sono state 179 in Italia, di cui diverse in Emilia-Romagna ed almeno due a Parma, dove la cronaca locale ci riporta continuamente episodi di violenze ed abusi di uomini nei confronti di donne. I femminicidi sono solo la punta dell’iceberg del fenomeno: sono migliaia le donne che tutti i giorni si trovano a fare i conti con diverse forme di violenza (fisica, sessuale, psicologica, economica, persecuzioni, ecc.). Nel mondo la violenza è, infatti, la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 e 44 anni, ancora prima del cancro e degli incidenti stradali. Il Centro Anti violenza di Parma conferma che nel 2014 sono state 210 donne che hanno subito violenza, in maggior parte italiane: in aumento rispetto al 2013.
Cogliamo quindi con favore il Piano straordinario contro la violenza di genere che il Governo ha in questi giorni definito, ad un anno e mezzo dalla legge contro il femminicidio (n. 119/2013) che lo ha previsto. Il piano prevede 30 milioni di euro, a sostegno della promozione dei progetti territoriali, della formazione degli operatori, della costituzione di una banca dati al Dipartimento pari opportunità e del supporto dei percorsi di inserimento lavorativo delle vittime di violenza, prevedendo anche servizi minimi che vanno garantiti in ogni pronto soccorso.
Con soddisfazione abbiamo accolto la nascita a Parma, pochi mesi fa, del centro “Liberiamoci dalla Violenza (LDV)”, ", il progetto dell’ Azienda USL e Regione Emilia-Romagna di un centro dedicato all’accoglienza ed al trattamento degli uomini aggressori e maltrattanti, presso la Casa della Salute Parma Centro, a ribadire che “la violenza è un problema degli uomini”.
Dedichiamo quindi l’8 marzo a tutte le donne che sono vittime di discriminazione e violenza nel mondo, come in Emilia Romagna e come a Parma, a tutte le donne che quotidianamente al lavoro, in famiglia, in politica, nel volontariato ecc. svolgono gli indispensabili ruoli di relazione, mediazione, cucitura ed equilibrio decisivi per la coesione sociale. Ci impegniamo come donne democratiche a dare voce a tutte le donne che non hanno voce, per arrivare alla più difficile e più lenta delle conquiste: un rapporto uomo-donna più responsabile, con la consapevolezza che il rilancio e l’innovazione della nostra società è possibile e passa dal raggiungimento di una piena parità.
E’ un sfida di cultura e di civiltà che dobbiamo fare tutti insieme, donne e uomini, perché l’8 marzo va celebrato tutti i giorni! Buon 8 marzo a tutte ed a tutti!