
Dispiace che sulla questione della Ti-Bre autostradale una parte del PD di Parma, il mio partito, insegua le posizioni della Lega e vada contro le indicazioni della Regione e del Governo. Dispiace per il metodo, perché altri sono i modi e luoghi del confronto nel partito e con la Regione, rispetto alle dichiarazioni a stampa a cui, a questo punto, anche io mi vedo costretto.
E dispiace soprattutto per il merito. L’autostrada Ti-Bre è un’opera che guarda al passato. Costosa (3 miliardi euro), inutile, impattante per il territorio e il paesaggio di quella che dovrebbe essere la Food Valley, incoerente con gli obiettivi europei e regionali di qualità dell’aria e con le scelte trasportistiche che stanno facendo le grandi industrie (vedi Barilla) e i paesi di valico alpino attraverso cui esportiamo i nostri prodotti. La Svizzera ha già chiuso il transito ai camion e sta investendo su un nuovo traforo ferroviario al San Gottardo. L’Austria farà altrettanto non appena sarà ultimato il tunnel di valico del Brennero. Il futuro del trasporto delle merci e delle persone sarà su ferro e non su gomma.
E il fallimento clamoroso in termini di traffico della autostrada BreBeMi (Brescia Bergamo Milano non Fontevivo-Nogarole Rocca) dovrebbe già insegnare qualcosa. La vera opera strategica e prioritaria per il territorio di Parma, su cui concentrare le poche risorse disponibili, è il completamento del raddoppio della linea ferroviaria Parma-La Spezia e del collegamento con Mantova e Verona. Quest’opera, che aspetta da tempo di essere ultimata, consentirebbe di togliere camion dall’Autocisa, di fare diventare il Cepim il retro porto di La Spezia e di servire la val Taro con treni metropolitani decongestionando l’asse stradale più trafficato della provincia.
Bene ha dunque fatto l'assessore regionale alle infrastrutture Donini a riequilibrare, d’accordo con le indicazioni del ministro Delrio, il rapporto degli investimenti tra ferro e gomma (fino ad oggi del tutto sbilanciato sulla seconda) stralciando dall’elenco regionale delle opere strategiche il raccordo autostradale Ti-Bre e prevedendo al suo posto più di 800 milioni di euro per il raddoppio della linea ferroviaria. E' certo che se anche l’autostrada venisse re-inserita nell’elenco regionale, non sarà mai finanziata dallo Stato perché le risorse non ci sono e altre sono le priorità. Mi auguro però che queste prese di posizione locali non vadano a discapito degli 800 milioni di euro previsti dalla Regione sulla ferrovia. Perché questo sì sarebbe un vero danno per lo “sviluppo del territorio”.
Nicola Dall'Olio
Capogruppo PD Consiglio comunale di Parma
"Mi pare una posizione ragionevole e molto ben motivata. Si aggiunga la stranezza di un tracciato dell'autostrada che fa una curva per ridiscendere in parte verso sud. Quanto si allunga il percorso?
Servirebbe pure uno studio serio sui flussi di traffico: quanti spostamenti su gomma sono prevedibili dal Tirreno a Mantova? Probabilmente molto pochi, quanto alle merci e ai giorni normali, salvo nei periodi di punta estivi.
Credo ch! e si possa studiare una proposta alternativa convincente: non solo l'asse ferroviario, necessario, ma di tempi molto lunghi, ma anche un asse stradale alternativo: che potrebbe essere ottenuto da un collegamento del primo tronco TiBre (forse non più arrestabile) con la Cispadana, con proseguimento poi di questa fino alla Brennero. Possiamo provare a studiare in modo serio questa soluzione?
Scritto da Paolo Zappavigna in data 19 ottobre 2015 alle 10:52