“Dare completa attuazione all’esito del referendum del 2011 che ha riconosciuto la piena titolarità di ogni decisione sulle gestione dell’acqua ai singoli territori: l’obiettivo della legge è quello di garantire a tutti i cittadini l’accesso all’acqua quale bene comune pubblico (e quindi di proprietà esclusiva del demanio statale), garantendone un utilizzo responsabile e sostenibile attraverso l’erogazione di un servizio di qualità”.
Questo il commento del deputato PD Giuseppe Romanini, relatore in Commissione Agricoltura della proposta di legge sulla gestione pubblica delle acque.
“La legge assegna una priorità all’affidamento diretto del servizio idrico in favore di società interamente pubbliche partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell’ambito territoriale ottimale, senza tuttavia precludere il proseguire di quelle esperienze diverse (private o miste) che pure, negli anni, hanno garantito una gestione efficiente e realmente universalistica dell’acqua. Non è quindi in alcun modo in discussione la proprietà della risorsa ma il modo in cui essa viene gestita per garantirne effettivamente la fruizione piena da parte di tutti i cittadini. Anche per questo abbiamo definito un quantitativo minimo vitale per persona fissato fino a 50 litri giornalieri che deve essere garantito anche in caso morosità nel pagamento della tariffa”.
“Si afferma il principio secondo cui l’uso dell’acqua per il consumo per uso umano (alimentazione e igiene) è prioritario rispetto agli altri utilizzi che sono consentiti a condizione che non ne pregiudichino la qualità per il consumo umano” – ha concluso Romanini – “Priorità estesa, anche se in subordine, all’agricoltura e all’alimentazione animale, mentre per tutti gli altri utilizzi si favorisce l’impiego di acqua di recupero da processi di depurazione e dalla pioggia”.
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on. Giuseppe Romanini
Deputato XVII Legislatura, Commissione Agricoltura