“Farsi parte attiva nei confronti della comunità internazionale affinché si propongano iniziative volte alla piena affermazione del principio della libertà religiosa, della tutela delle minoranze religiose e del contrasto ad ogni violazione indiscriminata e persecuzione”. Questo l’impegno chiesto al governo dai 34 deputati del Partito Democratico che, su iniziativa di Giuseppe Romanini, hanno presentato una mozione alla Camera.
La mozione prende le mosse dalla drammatica vicenda che ha visto coinvolta Asia Bibi, pakistana di fede cattolica, arrestata dalla polizia nel suo villaggio di Ittanwali, nella provincia di Panjub, a seguito della denuncia di alcune altre donne di credo musulmano per blasfemia in conseguenza ad una presunta offesa al profeta Maometto durante un diverbio. “Asia Bibi è stata arrestata e senza alcuna prova decisiva di colpevolezza o attenuante è stata condannata a morte. Per il momento la pena è stata sospesa dall'Alta Corte di Lahore lo scorso 22 luglio 2015 che ha rimandato il processo ad una prossima udienza di legittimità sul procedimento penale, ma Asia Bibi si trova ormai incarcerata da oltre 2.500 giorni” - ha spiegato Romanini - “per la concessione della grazia hanno lanciato moniti Papa Benedetto XVI e Papa Francesco ma anche l’Unione Europea, per iniziativa della Presidenza di turno italiana e della Commissione, si è espressa in modo critico per la sproporzionatezza della pena connessa alle accuse di blasfemia, spesso fondate su false dichiarazioni e motivate da intolleranza etnica e religiosa”.
“Purtroppo sono ancora molti i Paesi nel mondo, anche tra quelli che hanno formalmente ratificato la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che non rispettano il principio della libertà religiosa e la tutela delle minoranze e non consentono lo svolgimento di processi giusti, equi ed imparziali” – ha proseguito il deputato PD – “sulla base del rapporto biennale 2014 sulla libertà religiosa nel mondo, redatto dalla Fondazione pontificia «aiuto alla Chiesa che soffre», dei 196 Paesi analizzati, in ben 116 si registra una preoccupante limitazione alla libertà religiosa”.
“Per questo chiediamo al governo di farsi parte attiva, nelle sedi diplomatiche, affinché in tutti i Paesi del mondo, a partire da quelli che aderiscono alle Nazioni Unite e alla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo vi sia una moratoria definitiva delle condanne inflitte in violazione dell'inalienabile principio della libertà religiosa. In particolare chiediamo che nei confronti del Pakistan sia promossa ogni più opportuna iniziativa diplomatica ed in campo economico al fine di ottenere la scarcerazione di Asia Bibi e l'abrogazione di pene conseguenti alla blasfemia, quali l’ergastolo obbligatorio e la pena di morte”.