“Non si preoccupi Pizzarotti, non sarà certamente il Pd a chiedere le sue dimissioni, forse gli arriverà qualche mail anonima che le pretenderà, ma quello non ci riguarda. Per noi essere indagati non significa essere colpevoli: siamo garantisti con tutti, che siano esponenti del Pd o avversari politici”. Il segretario provinciale del Partito democratico Gianpaolo Serpagli commenta con queste parole la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di Pizzarotti, questa volta per l’alluvione che ha colpito Parma il 13 ottobre 2014. “E’ chiaro che alcuni aspetti della gestione dell’emergenza non hanno funzionato – sottolinea - quindi auspichiamo che la magistratura faccia il suo lavoro nel migliore dei modi e nel tempo più breve possibile”.
L’esponente del Pd ricordano la reazione della città. “Nonostante gli errori e i ritardi dell’amministrazione e l’incapacità del sindaco di gestire quella situazione – dice – i parmigiani risposero all’emergenza mettendo in pratica gli ideali di solidarietà che li contraddistinguono con centinaia di volontari impegnati a dare una mano e rendersi utili. Parma, nonostante tutto, seppe reagire e questa inchiesta riapre una ferita che sembrava chiusa”.
Inchiesta o meno, il giudizio del Partito democratico sull’operato della giunta grillina non cambia. “I veri problemi della nostra città – conclude Serpagli – non sono certamente le indagini della magistratura o le spaccature di Pizzarotti con il suo (ex?) movimento. L’incapacità e l’inadeguatezza del sindaco e della sua squadra sono sotto gli occhi di tutti: la città è abbandonata a se stessa, senza un progetto e senza una visione di futuro. Parma non merita tutto questo, siamo certi che i parmigiani se ne siano resi conto e saranno loro, tra meno di un anno, a dare un giudizio”.