
Il nuovo allarme sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle province di Parma e di Reggio Emilia rappresenta una ulteriore conferma di un problema di prima importanza sul piano socio-economico.
E’ chiaro che gli sforzi sinora compiuti, che vanno apprezzati, non sono stati sufficienti.
Questa constatazione, purtroppo, non deve far pensare a insufficienze od omissioni nella azione di contrasto, ma serve a sottolineare che la battaglia è particolarmente dura e difficile perché la criminalità organizzata ha enormi strumenti e si muove spesso come un fiume carsico.
Da relatore della riforma del codice antimafia al Senato ricordo bene che l’approvazione della riforma è avvenuta con 129 voti a favore, 56 contrari (34 Forza Italia, 7 ALA, 8 GAL, 5 FL, 1 AP e 1 misto) e 30 astenuti (M5S). Il che ha comportato che la riforma del codice antimafia sia stata la legge che ha avuto meno consenso: davvero un brutto segnale.
Voglio sperare che di fronte a questa situazione ci siano, almeno localmente, parole e impegni chiari da parte di tutte le forze politiche senza i riflessi di quella triste pagina parlamentare.