9 luglio 2010: Manifestazione per la libertà e il diritto d'asilo per i 250 migranti eritrei detenuti nei campi libici

Se corrispondono al vero le notizie d'agenzia diffuse oggi, saranno presto liberi buona parte dei 250 eritrei detenuti nelle carceri libiche. È una buona notizia, ma non basta per mettere a tacere le nostre coscienze. Il fatto stesso che episodi simili si verifichino dovrebbe far suonare un campanello d'allarme per ciascuno di noi e, in particolare, per il Governo Berlusconi. Un accordo di liberazione e residenza "in cambio di lavoro" secondo il generale libico Younis Al Obeidi:la libertà di essere schiavi a tempo indeterminato in un campo di lavoro e senza alcun riconoscimento del loro diritto d'asilo e senza garanzia che gli abusi che hanno già subito cessino Non importa se i 250 eritrei detenuti fossero stati effettivamente respinti dall'Italia oppure no, né sapere quanti di loro avevano effettivamente diritto allo status di rifugiato.(anche se da diverse testimonianze emerge che che tra i reclusi di Brak cisono parecchi migranti respinti lo scorso anno in Libia dai mezzi militari italiani) Il fatto è che questa è la conseguenza della politica dei respingimenti che il Governo di centrodestra ha imboccato, una conseguenza che passa sulla vita e sui diritti delle persone, poche o tante che siano. Che fine faranno coloro che non accetteranno l'imposizione di questa ulteriore deportazione?Quali mezzi di persuasione verranno impiegati? Il ministro Maroni non può più eludere la responsabilità che anche a livello minternazionale vengono attribuite all'Italia ed al suo governo Chiediamo al governo italiano di sospendere il Trattato di amicizia con la Libia,in base al qualel'Italia dovrà pagare a Gheddafi diversi miliardi di euro ogni anno per garantirsi il blocco degli sbarchi, e lucrosi affari per alcune nostre imprese.Un blocco che produce esttamente la tragedia umanitaria del carcere di Brak che non sono riuscitiad occultare
Per la segreteria provinciale del PD Adele Tonini

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