La domiciliaritàIl progetto elaborato dal Partito Democratico parte da una scelta di fondo, quella per la
domiciliarità. In continuità con le politiche che hanno caratterizzato il nostro Comune negli ultimi vent'anni riteniamo giusto fare tutto il possibile per fare stare a casa propria anche gli anziani non autosufficienti.
La domiciliarità è intesa
come "interno e intorno" di ogni persona, anche ammalata
: "interno" del senso e dei ricordi di una vita che sono cresciute in una casa e "intorno" come rapporto con una comunità vive, vera e un paesaggio, anche urbano, dove si è cresciuti. Essa rappresenta il modello socio-assistenziale più avanzato, più funzionale e più efficace, perché coniuga le esigenze umane con il livello qualitativo necessario dell'assistenza socio-assistenziale.
In questa prospettiva,
occorre
innovare e andare anche oltre i servizi tradizionali (assistenza domiciliare integrata, centri diurni, telesoccorso, telecontrollo, assegni di cura,
portinerie sociali, comunità alloggio) valorizzando le scelte che molte famiglie hanno fatto in modo autonomo, ad esempio con le cosiddette badanti, e con la sapienza delle relazioni di solidarietà e di vicinato.
Occorre, inoltre,
investire sul patrimonio abitativo per renderlo sempre più adeguato alle condizioni degli anziani, in particolare non autosufficienti, utilizzando quanto la domotica e le reti di vicinato solidale possono offrire.
Le strutture residenzialiEsistono situazioni di estrema fragilità, incompatibili con la vita nella propria abitazione. Le strutture che in questi casi, anche solo temporaneamente, accolgono l'anziano devono rispondere a due scelte di fondo:
1) essere
integrate ai servizi domiciliari di ogni quartiere, con i loro servizi socio sanitari e per le loro caratteristiche;
2)
essere presenti in ogni quartiere della città
per non creare un unico quartiere dove si concentrano i servizi per gli anziani.
La rete delle case protette e delle residenze sanitarie assistite deve integrarsi sempre più nella rete dei servizi distrettuali, sociali e sanitari, per favorire la domiciliarità e la relazione tra strutture riabilitative, ospedale e territorio tutto.
Il progressivo incremento della complessità e della rilevanza sanitaria degli ospiti richiede nuovi interventi con cure e proposte che diano maggiore qualità alla loro vita e offrano insieme servizi, anche di specifica valenza sanitaria, per la rete dei servizi domiciliari. L'integrazione tra l'assistenza primaria, il livello specialistico e la medicina di base può offrire nuove opportunità alla rete dei servizi domiciliari. Garantendo anche cure più appropriate a casa propria.
Ogni struttura deve garantire un adeguato numero di posti temporanei per anziani che abbiano la necessità di periodi di cura, riabilitazione o sollievo, senza necessità di ricoveri
ospedalieri, per potere ritornare poi a casa propria
La nostra proposta per la riorganizzazione delle strutture Per i motivi fin qui richiamati siamo contrari alla concentrazione in un unico luogo dei servizi residenziali per gli anziani.
La nostra proposta è garantire a ogni quartiere la disponibilità di una casa protetta o di una residenza sanitaria assistita integrata con i servizi territoriali del quartiere e le altre realtà sociali presenti.Nel quartiere
Molinetto del tradizionale comparto di Villa Parma si propone di conservare la residenza "I Tigli" alla quale garantire una più elevata intensità di cura assistenziale e sanitaria. Nel contempo va valorizzato il parco storico aprendolo alle funzioni circostanti (come la Scuola Materna) e al quartiere.
Nell'
Oltretorrente, stante l'assoluto consolidamento del suo tessuto urbanistico, che è notoriamente uno dei più vecchi della città, la creazione di un'adeguata struttura socio assistenziale non può che essere realizzata attraverso una ristrutturazione del comprensorio Romanini - Gulli: si ritiene cioè valida, e in coerenza con la proposta dell'Asp di una "valorizzazione del patrimonio disponibile orientato ad una più adeguata assistenza socio-sanitaria al Romanini, con un numero di anziani maggiore dell'attuale, con funzioni e attività a servizio dell'intero Oltretorrente".
Il quartiere
Montanara si è caratterizzato negli anni per l'innovazione dei servizi per la domiciliarità, anche nelle novità introdotte nel centro diurno di via Montanara. Una nuova
casa protetta nell'area del Cinghio potrebbe collegarsi a innovazioni negli interventi sanitari per gli anziani nelle loro case con la collaborazione dei medici di base.
Il quartiere
Pablo ha attuato per primo l'esperienza della portineria sociale di via Olivieri e degli appartamenti sicuri nei condomini adiacenti. Anche l'esperienza di via Pontirol Battisti è nello stesso quartiere come quella di via Marchesi. Intorno alla nuova casa protetta di quartiere vicina agli Orti della Crocetta si possono sperimentare forme di collegamento alla domiciliarità sulle 24 ore utilizzando la presenza costante e attiva degli operatori.
Il recente insediamento nell'Ambito Urbano residenziale e di servizi ad Est di Via S. Eurosia nel quartiere
Cittadella, ben si adatta alla previsione di una nuova casa protetta per anziani e relativo Centro diurno e servizi.
Occorre per tutte le strutture presenti prevedere collegamenti anche con progetti di portinerie sociali oltre a quello già avviato in via Olivieri anche in via Isola, via Zanguidi e nel quartiere Marchi a san Lazzaro.