
Si è tenuta nelle scorse settimane in città una serata sul tema "Quale welfare aziendale? Le donne ed i lavori in tempo di crisi", organizzata dal Partito Democratico di Parma. L'iniziativa, che si inserisce nel percorso verso l'assemblea regionale delle donne del PD, che si terrà a Parma il prossimo 22 gennaio, è stata introdotta da Lucia Mirti, presidente dell'Assemblea Regionale del PD e referente provinciale del gruppo di lavoro regionale. Mirti ha spiegato che la Conferenza vuole essere un luogo aperto alle donne dell'intero territorio per parlare, con sensibilità femminile, di temi che interessino l'intera società e la Politica. E' stato scelto l'argomento dei "lavori", legandolo a quello del welfare, perché queste sono due emergenze in un momento di crisi economica. Il carico di lavoro e la gestione della famiglia, l'accesso alla carriera e gli strumenti sociali inesistenti sono alcuni dei problemi che non consentono alle donne di avere una qualità della vita adeguata.. Mirti ha anche lanciato una sorta di laboratorio per le prossime elezioni di Parma del 2012, "che possiamo chiamare "disegnare la città con gli occhi delle donne": verranno coinvolte urbaniste, tecniche, specialiste nei settori del sociale e del lavoro, con cui il PD si confronterà per raccogliere le idee migliori e proporle alla città.
La serata, moderata dalla giornalista Valeria Montanari, ha visto protagonisti Tiziano Treu (già ministro del lavoro), la scrittrice e giornalista Giancarla Codrignani (già parlamentare), l'assessora provinciale alla formazione e lavoro Manuela Amoretti, l'imprenditrice Benedetta Borrini, i segretari generali di CGIL, Cisl e Uil Patrizia Maestri, Federico Ghillani e Mario Miano.
Tiziano Treu ha premesso che non si parla mai dei temi legati al rapporto fra donne e lavoro, perché sono poco di moda. Viviamo in un sistema economico diseguale, e l'economia ha il fiato corto poiché si pensa solo al presente e non si propongono progetti a lungo termine. Ad esempio, i tagli del governo colpiscono due ambiti cruciali per la sopravvivenza della società: il welfare e l'educazione. Tagliare in questi due ambiti significa uccidere il presente (la cura) ed il futuro (l'educazione). L'educazione è la base per uscire dalla precarietà, per eliminare la discriminazione e per promuovere l'uguaglianza. In Italia il sistema di trasferimenti alle famiglie è tra i più bassi d'Europa (1,1% del PIL contro il 3,8% della Germania e il 2,8% della Francia). Si ostacola l'occupazione femminile, e si deprime il tasso di natalità che resta a livelli talmente bassi da pesare sul futuro dell'intero sistema economico e sociale.
Dai dati attuali, emerge che oltre il 30% della popolazione (la maggioranza sono donne) non lavora né cerca un'occupazione. C'è l'assoluta emergenza di una generazione fuori dal mercato.
Giancarla Codrignani sostiene che, per parlare di uguaglianza, occorre partire dal tema della conciliazione che deve diventare un diritto fondamentale. Parlare di Cura non è sufficiente: ricerche Istat sostengono che il 70% del carico familiare è sulle spalle delle donne. Invece la Cura deve diventare una filosofia: perché non attivare politiche di conciliazione per gli uomini?
Le donne sono un ammortizzatore sociale e le più colpite sono donne giovani e laureate. Occorre riportare la fiducia delle donne nel loro valore! La crisi deve diventare l' occasione per far decollare le idee. Occorre ritrovare processi che riattivino chi è più preparato.
Manuela Amoretti ha portato alcuni dati del territorio, dai quali emerge come la crisi attuale non ha pesato più sulle donne che sugli uomini, anche se il tema centrale è la prospettiva di lavoro delle giovani donne. Un'intera generazione si sta perdendo, il sistema del lavoro si è chiuso: emerge l'istinto di chiusura e di isolamento in coloro che sono al di fuori del sistema occupazionale, per cui chi è fuori è fuori. Amoretti ha anche riportato di esperienze che ci dicono che le imprese governate da donne hanno una resistenza maggiore alla crisi.
Benedetta Borrini ha parlato della propria esperienza in materia di conciliazione, su un progetto condiviso dalla sua azienda (azienda di servizi) con il Comune di Montechiarugolo e la Provincia di Parma. Si è trattato di un progetto che è rimasto unico sul territorio provinciale, in cui l'azienda - che ha circa 130 dipendenti, la maggior parte dei quali donne - ha proposto alle lavoratrici un questionario (anonimo) sul grado di soddisfazione del loro lavoro. L'esame dei questionari ha portato l'azienda ad intraprendere azioni positive, volte migliorare sia il servizio offerto dall'impresa che la qualità di vita delle lavoratrici attraverso la modifica degli orari di lavoro.
Interessante è stato il contributo di Patrizia Maestri, segretaria generale della CGIL, Federico Ghillani - segretario generale della Cisl - e Mario Miani, segretario generale della UIL.
Tutti hanno rappresentato la difficoltà crescente nella contrattazione con le aziende per la conciliazione, confermando che la precarietà riguarda donne giovani e laureate. La sotto occupazione femminile, che fa diminuire il nostro PIL, è un vero e proprio danno economico per l'intero Paese. Il tema della lotta per i diritti al lavoro delle donne deve divenire una battaglia di fondo, per tutti.
Treu ha quindi concluso la serata, evidenziando l'essenzialità di avere valori comuni, su cui trovare soluzioni, attraverso il confronto fra culture maschili e femminili: il PD ha proposto in Parlamento un progetto di legge sulla condivisione, che prevede un insieme di misure organiche di sostegno alla occupazione femminile sui vari fronti (servizi, congedi, crediti di imposta, orari flessibili). E' l'insieme delle misure assunte che favorisce la
condivisione, e rende la vita migliore: occorre parlare di "conciliazione" e "condivisione". Il concetto di welfare deve assumere un perimetro più ampio: comprende la scuola e l'educazione dei figli, in quanto il welfare è per tutti i componenti della famiglia; i servizi; il rilancio degli incentivi per il lavoro femminile; detrazioni fiscali per il lavoro delle donne con figli; maternità finanziata a carico della fiscalità generale; i congedi devono essere retribuiti, e quelli di paternità devono essere esclusivi; il part time - agevolato e volontario-.
Occorre comunque cambiare la prospettiva della concezione della "cura": occorre una politica pubblica decisamente diversa, e certamente rafforzare la presenza delle donne nei luoghi istituzionali e decisionali aiuterebbe a guidare il cambiamento che è necessario.