9 marzo 2011: Soliani (PD): "E' tempo, anche in Italia, di una donna Presidente del Consiglio o della Repubblica"

Esattamente cento anni fa, il 25 marzo del 1911, un incendio nella camiceria "Triangle Shirtwaist" a New York bruciava centoventinove ragazze siciliane, russe, ucraine e diventava il simbolo dell'8 marzo, del riscatto delle donne dal lavoro a cottimo e dalla schiavitù nel crogiolo dell'immigrazione nella grande città come in ogni angolo del mondo.
L'8 marzo ha attraversato il novecento con l'immagine delle giovani donne protagoniste delle grandi battaglie per la libertà. Hanno conquistato parità e diritti, sono diventate prime nell'istruzione e in molti campi della ricerca e delle professioni mentre con la loro responsabilità hanno continuato a farsi carico della vita, della famiglia, dell'educazione. Il made in Italy nel mondo ha avuto il nome delle Sorelle Fontana da Traversetolo. Così le donne hanno cambiato se stesse e la storia.
In questo 8 marzo le donne italiane vanno al cuore del problema: difendono la loro dignità. Contro il mercimonio dei corpi, contro la violenza fisica e psicologica, contro la deformazione della loro immagine nei media, contro la caduta dell'etica privata e pubblica, contro lo scambio tra sesso e potere. Pretendono rispetto.
Il risveglio dell'Italia, come s'è visto il 13 febbraio, parte con loro. "L'Italia si desti!" chiedono le "sorelle d'Italia" in questo 150° anniversario della storia della nazione. Oggi al Quirinale saranno ricordate le donne che hanno costruito l'Italia. Le donne vogliono che oggi si ricostruisca l'economia e si amplino le opportunità di lavoro, perché l'Italia è al punto più basso dell'occupazione femminile in Europa, soprattutto al sud.
Vogliono servizi sociali, a cominciare dagli asili nido, e leggi che favoriscano la corresponsabilità degli uomini nella cura.
Le donne vogliono esserci là dove si decide, nella vita sociale e nelle istituzioni. In questi giorni è in discussione al Senato una legge bipartisan che introduce un tetto del 30% riservato alle donne nei consigli di amministrazione delle società quotate e pubbliche. Già approvata alla Camera, al Senato rischia di essere insabbiata perché si ha paura di fare ciò che altri Paesi hanno già fatto. Si ha paura di mettere in discussione poteri consolidati, ma è appunto di nuove e dinamiche energie che ha bisogno l'Italia. Le competenze femminili sono tra queste.
Un 8 marzo, questo del 2011, in cui chiarissima è la tendenza: le donne guideranno il futuro perché stanno cambiando il presente. Le donne rafforzeranno le democrazie. Nel mondo arabo, a sud del Mediterraneo, sta nascendo, a un prezzo altissimo, una nuova storia con le donne e con i giovani.
Nessuno immaginava che accadesse, eppure bisognava pur capire. In questi Paesi la popolazione è prevalentemente giovane, è cresciuta l'alfabetizzazione e la modernità si è già affacciata con la diminuita fertilità delle donne. Internet fa il resto.
L'economia, dunque, crescerà con le donne. Un nuovo stato sociale partirà dai bisogni di cui si sono fatte carico le donne. La democrazia le vedrà protagoniste, pur con la fatica di superare le barriere di una politica chiusa e oligarchica. Sfonderanno i vertici delle università e delle banche. Accadono cose fino a qualche tempo fa impensabili: una donna, Emma Marcegaglia, è a capo di Confindustria; una donna, Susanna Camuso, è a capo del maggior sindacato italiano; Simona Caselli è la prima donna presidente di Legacoop.
E' tempo, anche in Italia, di una donna Presidente del Consiglio o della Repubblica, come già accaduto in Germania, in Brasile, nell'America Latina, mentre il Dipartimento di Stato degli Usa è in mano a Hillary Clinton.
Questo è il mondo nel quale si affacciano le bambine e i bambini di oggi.
Sen. Albertina Soliani
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