15 settembre 2011: Scuola. L'Emilia-Romagna ricorre alla Corte Costituzionale. G. Ferrari (PD): "Il ricorso è l'unica strada per salvare l'istruzione in montagna"

La Regione Emilia-Romagna ricorrerà alla Corte Costituzionale contro la manovra finanziaria che impone a partire dall'anno scolastico che sta per iniziare la creazione di istituti scolastici comprensivi costituiti da un numero minimo di mille alunni, cinquecento nelle scuole di montagna. Il consigliere regionale Gabriele Ferrari plaude alla scelta della Regione. "Questo Governo - afferma Ferrari - ormai da anni opera per lo smantellamento della scuola pubblica, in particolare quella di montagna. La scuola è un servizio primario per le famiglie che abitano in territori già svantaggiati come quelli della montagna: se le scuole vengono smantellate ed accorpate le famiglie se ne andranno via. Per realizzare istituti di cinquecento bambini sarà necessario costringere gli alunni a lunghi viaggi, con danni inevitabili alle famiglie e al radicamento della scuola sul territorio." "Secondo l'interpretazione della Regione, confermata in passato da una sentenza della Corte Costituzionale, allo Stato spetta solamente l'emanazione delle norme di principio in merito all'organizzazione scolastica. Successivamente sono le Regioni, di concerto con le comunità locali, che decidono le disposizioni di dettaglio. Tra pochi giorni nella nostra Regione comincerà il nuovo anno scolastico - conclude Ferrari - e il Governo non ha voluto prestare la minima attenzione alle innumerevoli proteste che si sono levate da più parti. A questo punto la scelta del ricorso fatta dalla Regione appare inevitabile: occorre augurarsi che la Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso dell'Emilia-Romagna, sancisca una ennesima sconfitta per un Governo e che la scuola di montagna possa essere salvata.
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