19 settembre 2011: Soliani (PD). La manovra, l'Italia e il suo destino

Al Senato l'ultima manovra finanziaria da 54 miliardi di euro è cambiata di ora in ora, sotto l'incubo delle borse. Ho visto la confusione della maggioranza, l'incapacità del Governo, le proposte del Pd respinte, l'impotenza del Parlamento. Adesso la manovra è alla Camera dei Deputati, stessa scena e stesso esito.Sappiamo che non basterà, che il nostro debito è il quarto al mondo, che senza riforme strutturali l'Italia implode. Ho visto una manovra ingiusta, che spreme i più deboli e protegge i ricchi. Che divide i sindacati. Ho visto da vicino l'irresponsabilità del ministro Sacconi.Il Presidente Napolitano tiene la bussola e ora, giustamente, insiste perché si investa sulla crescita. Più sviluppo, più impresa, più lavoro. Più istruzione e ricerca. Non basta l'aiuto della BCE, dobbiamo aiutarci noi. Tutto avviene adesso, di corsa, e tutti i nodi non sciolti prima vengono al pettine. Sta cambiando il mondo e l'Italia non ha ancora deciso di cambiare. Ha creduto a Berlusconi, un'anomalia drammatica dentro la crisi globale, che rende inaffidabile l'Italia. C'è una sola cosa da fare: prendere sul serio il nostro destino, e con esso il destino dell'Europa. E' una scelta storica, come quella del dopoguerra.Se sono a rischio l'euro e il dollaro, sono a rischio le democrazie occidentali, mentre il resto del mondo galoppa. Altro che Padania!Dall'Asia giunge la notizia che la Cina sta sfidando i giganti del rating con una nuova superagenzia, Dagong, aperta ai grandi paesi con sede a Francoforte, con consulente Romano Prodi. La nuova storia guarda al Mediterraneo e noi dovremmo essere in prima fila. Con un'idea della politica che guardi al lungo periodo. Più politica e più democrazia rendono più forte l'economia, in Italia e in Europa.Una politica credibile, anche per la sua trasparenza, oltre che per la sua capacità di governo. Privilegi e sprechi, compresi quelli dei politici, non sono stati intaccati in modo significativo. Né il finanziamento dei partiti, che hanno bisogno di un rinnovamento profondo, anche generazionale, e di rompere ogni rapporto tra politica ed economia, tra amministrazione pubblica e interessi. Anche il Pd, come indica la vicenda Penati. Conflitto d'interessi, P2, P3, P4, corruzione e illegalità chiudono il Paese in una morsa mortale. Ho visto al Senato il declino della Lega, penosa come un disco rotto. Sparito il federalismo, bastonati gli enti locali e le regioni, cioè i cittadini.Ho visto l'incertezza di alcuni senatori della maggioranza, ma fino a che non tolgono il voto, non succederà nulla. Esattamente come a Parma. Tutti siamo chiamati ad una responsabilità verso l'Italia. Uscirne si può. Un intero ciclo politico sta finendo, l'Italia può cambiare. Cominciamo con il pretendere un Parlamento vero, di eletti non di nominati. Firmiamo il referendum elettorale. Centocinquant'anni fa nasceva l'Italia. Il mondo e l'umanità non possono farne a meno. Tocca a noi oggi salvarla. Uniti, con una nuova e tenace speranza.
Sen. Albertina Soliani
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